Bizz Source Casino Slovenia Quella notte al casino Slovenia

Quella notte al casino Slovenia

Ricordo distintamente i suoni delle slot machines tutt’attorno a me, ed i colori brillanti ovunque mi girassi. Era la mia prima volta con il gioco d’azzardo, la prima volta che facevo qualcosa che i miei genitori non avrebbero approvato, e per questo mi sentivo elettrizzata. Avevamo scelto un casino Slovenia con l’idea che sarebbe stato più difficile rintracciarci, a pensarci con il senno di poi, una vera sciocchezza… ma essendo appena maggiorenni non avevamo dimestichezza con le cose del mondo, in fondo mamma e papà avevano finora controllato e guidato le nostre vite.

Avevamo parcheggiato proprio davanti all’entrata del casino Slovenia e mi ero fermata ad osservare l’edificio da fuori per qualche minuto. Sembrava una di quelle attrazioni dei parchi tematici, dalla forma strana ed i colori accesi, creato apposta per attirare le persone già da fuori ed infatti la sua presenza mi aveva catturato da subito. Osservavo il casino e immaginavo le grida di mio padre a sapere che avevo oltrepassato quella soglia, dove, secondo lui, avrei perso contatto con la mia anima. Era un uomo davvero religioso, che mi aveva cresciuta insegnandomi a rispettare le leggi del cattolicesimo e adesso io ero pronta a buttare tutto all’aria, dopo aver capito che quelle leggi non erano adatte a me.

Una volta dentro, ci divertimmo tantissimo, senza freni né scrupoli. Provai tutti i giochi disponibili, anche quando non avevo idea di cosa dovessi fare per vincere. Fu così che spesi tutti i contanti che avevo portato con me, non perché il gioco mi avesse dato alla testa, ma perché ero determinata ad infastidire i miei genitori – non aveva importanza che loro non sapessero dove io fossi o come stessi spendendo i miei soldi, quelli ricevuti dai nonni per la conclusione della scuola. L’idea mi eccitava a tal punto che non riuscivo a smettere di sperperare quel piccolo gruzzolo che avrei dovuto salvare per investire nel mio futuro. Non ci volle molto per ritrovarmi con le tasche vuote e rendermi conto che avevo concluso la mia esperienza di protesta al casino Slovenia. Per un momento provai uno strano senso di vuoto, di improvvisa tristezza. Avevo terminato la mia missione e non stavo sentendo la giusta soddisfazione, apparentemente. Ma capii che si trattava solo dell’euforia che mi stava lentamente abbandonando. Era giunto il momento di lasciare quel posto magico, che mi aveva fatto sentire libera di essere, libera di fare per tornare ad una vita in cui dovevo scendere a compromessi con una famiglia che mi teneva in gabbia e mi impediva di spiccare il volo.

Quando uscimmo dal casino Slovenia non provai dolore però, avevo già capito, già preso la decisione che avrebbe diretto la mia vita. Arrivai a casa quella notte e preparai la valigia, raccogliendo tutti gli effetti personali che credevo avrei dovuto avere con me. Lasciai indietro tutto quanto mi ricordava la mia famiglia sapendo che, una volta presa quella decisione, avrei dovuto rinunciare a loro per sempre. Uscii nell’oscurità brumosa del mattino con le lacrime agli occhi, ma consapevole, per la prima volta nella vita, di aver fatto la scelta giusta.